giovedì 10 febbraio 2011

I veri motivi delle rivolte in Egitto

...Dal nostro corrispondente Walid Nassar.

10/02/2011. Dalle prime rivolte e manifestazioni in piazza risalenti al 25 gennaio 2011, è stato scritto tanto riguarda le motivazioni che spingono gli egiziani in piazza a protestare, tuttavia è difficile avere un quadro obiettivo della situazione. Spesso si legge che i problemi possono farsi risalire a tensioni religiose tra le fazioni mussulmane e quelle cristiane, in realtà le cause scatenanti delle proteste sono ben altre e riguardano interessi prettamente economici e non motivi d’integrazione religiosa. 

Per comprendere al meglio la situazione, occorre analizzare l’economia egiziana caratterizzata da un dato di fatto: il grande divario tra cittadini ricchi e poveri. Tuttavia l’Egitto, che è un paese in via di sviluppo, con una popolazione di 80 milioni di abitanti, ha con un tasso di povertà inferiore al 20%, questo perchè vi sono diverse attività che garantiscono introiti alla nazione:
il territorio e’ ricco di materie prime come petrolio, gas naturali, ferro ed oro.

Estrazione di petrilio
Estrazione di gas naturale
Inoltre non dobbiamo dimenticare che nei confini egiziani è presente il Canale di Suez, che muove un giro d’affari di circa 20/30 miliardi di dollari all’anno, con 50 navi container e petroliere (2 navi italiane) al giorno. Si calcola che il 30% del petrolio mondiale passi per questo canale!

Mappa del canale di Suez
Particolare del traffico marittimo nella zona
Non dimentichiamo inoltre che il turismo e le attività correlate a questo sono fonte di sostentamento per il 60% della popolazione egiziana. Circa un terzo dei monumenti antichi del mondo è in Egitto (Piramidi, Valle dei Faraoni),  inoltre località turistiche come Sharm El Sheikh , Marsa Alam e Hurghada sono frequentatissime da turisti provenienti da ogni parte del mondo.

Le piramidi
La Valle dei Faraoni
Sharm El Sheikh - Naama Bay
Particolare della barriera corallina

Pur essendoci attività come quelle elencate sopra, la gente è nelle piazze per protestare poiché la spartizione degli dei ricavati dalle attività commerciali avviene in maniera al quanto ingiusta. Nel paese il gap che differenzia ricchi e poveri è un abisso, se pensiamo che vi sono egiziani che vivono con 30/40 $ al mese e altri che sono milionari. Inoltre la ricchezza del paese è nelle mani dei più potenti che non coprono nemmeno il 20% degli abitanti complessivi della nazione. Inoltre la corruzione è ormai radicata all’interno della nazione. Vi sono casi clamorosi di utilizzo indebito dei poteri conferiti dalle cariche pubbliche per interessi personali, come quello di Ahmed Aez, politico appartenente al partito democratico ed imprenditore che fece in modo di far fallire le fonderie dello stato per poi rilevarle ad un prezzo irrisorio. Oppure il tentativo di vendita di una catena di negozi Omar Afendi, che membri del partito democratico hanno tentato di comprare per prezzi bassissimi. Inoltre come in precedenza affermato, l’Egitto è un paese ricco di risorse naturali, tuttavia l’attività di estrazione di gas e petrolio sono appaltate a multinazionali ed imprese straniere dopo aver estratto i preziosi combustibili li rivendono alla popolazione egiziana al prezzo di delle borse mondiali; quindi gli egiziani sono costretti a pagare a caro prezzo ciò che è già di loro proprietà. Ossia lo stato compra il suo petrolio al prezzo delle borse mondiali, per poi rivenderlo alla nazione con incentivi al popolo: che giro strano!

La corruzione all’interno del paese è un dato di fatto. La prassi di dover corrompere politici per ottenere autorizzazioni è cosa comune. Tuttavia si calcola che il Clan di Mubarak si sia impossessato di un capitale di circa 30/70 miliardi di dollari! Sicuramente un eccesso di potere, possibile se quantificato in 30 anni di governo, che ha impoverito gli abitanti egiziani fino a portarli nelle piazze del paese a protestare.

Mubarak

Onestamente queste sono ragioni che possono indurre qualsiasi popolo a protestare, tuttavia l’informazione diffusa dai maggiori giornali italiani e non solo è molto differente, poichè si cerca di puntare l’attenzione sull’aspetto religioso e sulla difficoltà d’integrazione tra mussulmani e cristiani. La realtà è che le diverse comunità religiose hanno sempre convissuto nel territorio egiziano senza alcun problema, anzi anche in un periodo così complicato come quello odierno, c’è molto rispetto tra gli stessi tanto da esserci testimonianze di cristiani riuniti in un cordone per proteggere i mussulmani durante la loro ora di preghiera nelle piazze di Alessandria e del Cairo. 

Egiziani riuniti in preghiere
Egiziani riuniti in piazza per protestare
Le fazioni mussulmane rivendicano semplicemente i loro diritti di unirsi in partiti politici e di poter essere votate attraverso un processo democratico con regolari votazioni senza nessun tipo di atto estorto con forza. Conseguentemente la minaccia mussulmana non esiste, ma è una manipolazione mediatica e solo i fratelli mussulmani, ossia un minima percentuale degli stesse possono essere identificati come possibile problema!

Capo dei fratelli mussulmani
Simbolo dei fratelli mussulmani
A incrementare le difficoltà nella già fragile situazione ci hanno pensato i membri della polizia segreta inviata da Mubarak con il compito di saccheggiare, picchiare e depredare le case e gli esercizi commerciali delle maggiori città egiziane. Sicuramente durante un periodo così difficile è possibile che vi siano sempre persone che mosse dalla fame tendano a delinquere, ma vi sono testimonianze di soggetti fermati durante attività criminali appartenenti alla polizia segreta.

Reperti archeologici danneggiati durante le proteste
Spero che queste notizie possano avervi aperto gli occhi, e magari vi abbiamo incuriosito, ma soprattutto vi spingano a non dare per vero tutto quello che i media trasmetto nella rete ed in televisione.
A presto con ulterieri novità
Walid Nassar per Middle East Investment

NB: chiunque voglia commentare oppure aggiungere informazioni a questo articolo è ben accetto.

MAGGIORI INFORMAZIONI

Geom. Lattanzi Roberto 
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